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La chiesa fu eretta,a seguito della terribile epidemia di colera del 1837. Dedicata alla Madonna delle Grazie, di cui compare la statua con bambino sulla sommità, fu completata nel 1839. La facciata neoclassica è caratterizzata da un pronao esastilo con architrave e da una loggia su cui compaiono i sei santi protettori di Benevento: S. Antonio, S. Barbato, S. Francesco, S. Bartolomeo, S. Gennaro e S. Rocco.
• Stato di conservazione
1. Deiezioni di volatili e nidi di aracnidi.
2. Muschi e licheni, soprattutto in corrispondenza delle superfici esposte alle intemperie e alle rugiade.
3. Intonaci ammalaciati e decoesi
4. Lacune sulle superfici non coperte anche le murature.
5. Nella parte alta del timpano la qualità plastica dei bassorilievi in cemento era notevolmente compromessa dall’ossidazione delle armature che aveva fatto scoppiare le superfici più significative. La struttura plastica in cemento era decoesa dal supporto murario, interessato a sua volta dalle perdite di modanature e lacune degli spartiti architettonici.
6. Gli infissi in legno evidenziavano un avanzato degrado sia delle parti strutturali, che delle pitture di protezione.
7. La maggior parte dei balaustrini erano scoppiati per l’ossidazione dei ferri strutturali
8. Le statue di cemento armato presenti sulla balaustra e prospicienti la facciata denunciavano uno stato di degrado avanzato che ne comprometteva la statica: l’ossidazione dei ferri delle armature aveva fatto scoppiare il modellato creando deformità e lacune, le lesioni aperte che raccoglievano biotiti, nidi di animali e sporco contribuivano alla perdita dei valori estetici del modellato, come parti notevoli delle pieghe dei paludamenti delle mani e dei volti, stravolte da lacune estese. Le statue sono costituite da un abbozzo in materiale incoerente e malta tenuto da un armatura di tondini e completata da una rete superficiale di ferro, che ha il compito di trattenere e dare consistenza e struttura al modellato esterno ad esse aggrappato. La composizione della malta cementizia non ha permesso la necessaria impermeabilità all’umido, che lentamente ha concorso ad ossidare in modo irreversibile i ferri, la dilatazione della ruggine ha prodotto profonde fessure, scoppi e lacune con caduta di materiale.
9. Risultavano scoppiate e degradate le parti relative ai parapetti e ai muri perimetrali alle tegole ai capitelli e mensole della parte superiore
10. Il pesante cornicione, che aveva perso l’impermeabilizzazione a causa della decoesione delle guaine, si presentava staticamente compromesso per ossidazione dei ferri e per il degrado del calcestruzzo
11. Le superfici generali denunciavano almeno tre strati di ridipinture, eseguite con materiali di natura non omogenea, come calce vinavil o acrilico, per cui erano variamente spellate, dilavate o bollate.
12. Tutti i gocciolatoi ornamentali del fregio inferiore risultavano staccati, caduti o disgregati
13. Gli spioventi del tetto, in tegole di cotto erano compromessi nella tenuta
14. Pesanti risalite d’umidità interessavano la parte bassa delle opere murarie del pronao
15. Le varie mani di pittura tutte di natura diversa (vinilica, a calce e acrilica) sovrapposte si erano in parte staccate per l’incoerenza dell’ancoraggio rivelando discromie e sporco.
16. I bassorilievi del pronao presentavano decoesione superficiali e distacchi.
17. La pavimentazione e lo scalone d’accesso al pronao in pietra di Trani presentava lesioni da gelitività e mancanze dovute ad uso improprio, cattiva manutenzione, atti vandalici, cattive stuccature e completamenti a cemento grigio, che contribuivano ad abbassare il livello di godimento estetico del manufatto .
• Interventi
Facciata
1. Accurato lavaggio e rimozione manuale di guano e sporco presente
2. Disinfestazione di tutte le superfici interessate all’intervento
3. Estirpazione dei resti delle piante superiori dopo due cicli d’applicazione di defoliante
4. Dalla sommità del timpano si sono consolidati tutti gli intonaci decoesi, delle cornici, dei cornicioni e dei fregi
5. Tutti i ferri e le parti esposte sono state trattate con apposito convertitore, previa spazzolatura
6. Particolare cura è stata prestata alla riadesione al supporto delle parti in bassorilievo decoese
7. Opportune sbarre di fibra di vetro sono state calettate in fori di diametro calibrato per meglio assicurare le parti dissestate di maggiore peso e dimensione, successivamente al consolidamento con maltina.
8. Le parti dei bassorilievi scoppiate per ossidazione dei ferri o per gelività, sono state aperte e previo il risanamento dei ferri con un primo trattamento di fosfatazione e l’applicazione di Mapefer, per la rifinitura sono state stuccate. Una parte dei ferri troppo ossidati sono stati sostituiti con opportuni presidi di fibra di vetro resina
9. I manufatti hanno subito un primo trattamento con silicato d’Etile
10. Alcune modanature mancanti sono state rifatte procedendo alla formatura, con Silicone, di parti ancora integre.
11. Un trattamento di protezione è stato effettuato, per le parti in rilievo con Il Wacker della CiBa Geygi al 20%
12. La parte destra del tetto, faccia al prospetto, relativa alla navata laterale, che presentava disfacimento per disgregazione delle tegole, ci ha costretto a cambiarne molti metri quadrati con altre uguali.
13. Parte delle tegole in buone condizioni, sostituite sulla navata a destra sono state reimpiegate a copertura di quelle mancanti sulla navata sinistra.
14. Smontaggio di tutti i componenti dalla balaustra
15. Apertura di tutti i balaustrini
16. Sostituzione dell’anima centrale con una di vetroresina
17. Incollaggio delle parti presenti con resina epossidica e ricostruzione di tutte le parti mancanti
18. Montaggio di tutti i balaustrini e stuccatura di ripristino delle parti mancanti e/o scheggiate del parapetto sagomato.
19. Rifacimento e consolidamento di tutti i cantoni di tenuta delle balaustre con ricostruzione delle parti mancanti..
20. Consolidamenti con iniezioni di maltina di tutti gli intonaci decoesi
Le statue della facciata
1. Tutte le statue presentavano crepe profonde. Previa un’incastellatura di sicurezza, sono state aperte le lesioni strutturali, mettendo a nudo tutte quelle armature ossidate non più in grado di svolgere la funzione portante
2. I ferri sono stati sostituiti, ove possibile, con sbarre di vetroresina d’opportuno spessore legate ai costituenti con resina epossidica additivata a sabbia silicica. In altri casi si è provveduto al loro trattamento con il sistema “Mapefer “ della Mapei
3. Non sempre si è potuto intervenire sulla rete sottostante lo stucco superficiale, perché si sarebbe dovuto distruggere il modellato originale, in questi casi molti fili sono stati estratti uno ad uno dalla massa.
4. Le lacune sono state riprese con stucco
5. Si è provveduto alla rimozione meccanica delle pitture sovrapposte all’originale con mezzi meccanici
6. I manufatti hanno subito un primo trattamento di consolidamento generale con silicato d’Etile
7. Trattamento finale di protezione
Il cornicione principale
1. Sono state rimosse le vecchie guaine di cartone catramato
2. La struttura è stata liberata dagli intonaci
3. Sono stati messi a nudo i ferri strutturali e trattati
4. Il cornicione è stato ricondizionato
5. Le parti decorative dei gocciolatoi sottostanti sono state in parte rifatte da forme di silicone con l’immissione di perni di tenuta in vetroresina, in parte sono stati smontati e riadesi sostituendo o aggiungendo perni di tenuta.
I Capitelli
1. Sono state rimosse meccanicamente tutte le concentrazioni di sporco e polvere concrezionata nel tempo come pure i nidi d’insetti e ragnatele ancora presenti dopo il lavaggio.
2. Sono state rimosse le ridipinure inconchigliate e decoese.
3. Sono state rifatte con apposito stucco tutte le mancanze delle volute.
Le colonne
1. Sono state rimosse tutte le ridipinure
2. Sono stati rifatti gli spigoli danneggiati
3. Le decoesione degli intonaci sono state trattate
Gli Stilobati in pietra
1. Sono stati rimossi meccanicamente tutti gli starti di pittura mal sovrapposti
2. La pietra è stata pulita can impacchi d’Ammonio carbonato
a. La pulitura è stata rifinita meccanicamente con la rimozione di grumi di cemento e pittura che si erano insinuati nelle bucciardature.
3. La pietra è stata protetta
II bassorilievi del pronao
1. Accurato discialbo delle superfici offuscate da grossolane ridipinure e stuccature improprie.
2. Le lacune delle superfici sono state stuccate con una malta a base di calce Lafarge e Calcio carbonato.
3. Le vaste decoesioni degli intonaci sono state trattate
4. Le superfici plastiche sono state trattate con Etile silicato
5. Le superfici sono state protette
Gli intonaci del pronao ed esterni al piano terra
1. Le forti risalite d’umidità dei paramenti dei muri maestri a livello del piano terra sono state trattate con l’apertura di fori d’aerazione del diametro di 3 cm. sfalsati su quattro o cinque file parallele alla terra.
a. A seguito dell’abbassamento del gradiente d’umidità i fori sono stati trattati a rifiuto con immissione di Fluosilossano.
b. I fori di cui alla voce sono stati, successivamente all’assorbimento del prodotto d’inibizione, chiusi con stucco.
2. Le parti ammalaciate degli intonaci sono state, a seguito della rimozione, rifatte con una malta di composizione simile all’originale sia all’interno, che all’esterno dell’edificio.
Il Lastricato
1. Tutto il lastricato è stato bucciardato
2. I basoli rotti e disgregati sono stati sostituiti
3. Le connessioni sono state stuccate
Le opera di pitturazione
Sono Stati ridipinti tutti gli infissi presenti in facciata e su i laterali interessati al nostro intervento.
La facciata è stata ridipinta con “Domosil” della Sandtex previo il trattamento d’isolamento previsto dalla casa produttrice con “Sandex Durasil”
Il Cancello d’accesso e protezione del sacro edificio, dopo un accurata rimozione degli strati ossidati della precedente tinteggiatura, è stato dipinto dello lo stesso colore originario con colore a smalto satinato.
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