Restauri privati

Lavori privati, anche di singoli manufatti (dipinti, sculture, pastori, ceramiche, disegni su carta, fotografie d'epoca, stoffe, mobili anche dipinti, modernariato in genere)

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Restauro della cappella di "San Gennaro" della chiesa dell'Annunziata - Benevento


La cappella di “San Gennaro” nella chiesa dell’Annunziata di Benevento, dedicata anche a Papa Orsini, fu realizzata dalla metà degli anni '40 del XVIII secolo, fino al 1753 (cfr. M. Bugli, La chiesa dell'Annunziata a Benevento: I documenti ritrovati. Storia di artisti e artigiani napoletani attivi nel '700, «Rivista storica del Sannio », Napoli). Chiusa da una balaustra marmorea, come uno scrigno, la cappella si mostra interamente rivestita di marmi policromi e a commesso. Per “ampliare” prospetticamente la profondità di uno spazio molto esiguo, l’autore sfrutta soluzione di ascendenza borrominiana, ma il forte effetto scenografico e l’uso del commesso marmoreo con finalità pittoriche rimandano al repertorio napoletano. Sfruttando scenograficamente il pochissimo spazio a disposizione, l'altare è affiancato da colonne binate, che reggono un timpano spezzato, che si leva in alto tra decorazioni scultoree in marmo bianco e capricci, fino alla volta mistilinea, scandita da cornici dorate. Il prospetto, come moderno arco di trionfo, prevede due colonne binate a sostegno di un puttino per lato ed è coronata dall'effige-ritratto del papa, Benedetto XIII, portato in auge da putti che reggono le insegne papali. I documenti ritrovati consentono di avvalorare la paternità del progetto a Filippo Raguzzini e di attribuire tutti i putti e i cherubini a Matteo Bottiglieri.

• Stato di conservazione

• Paramenti marmorei

1. L'intera superficie presentava un consistente deposito di particellato e sporco grasso di varia natura, più mani di cera ormai ossidata offuscavano la policromia dei marmi.
2. Molte stuccature, incongrue, erano decoese e cadute o cromaticamente degradate per l’ossidazione dei costituenti (cere e resine).
3. Le staffature dei paramenti mostravano nei punti esposti all’umido, un avanzato processo di ossidazione, così come i ferri di tenuta dei motivi decorativi, che in alcuni casi erano ridotti ad ammassi deformi di ruggine.
4. Uno dei grandi pannelli in alabastro della facciata, in alto a sinistra, appariva staccato dalla superficie di allettamento, benché fosse stato già consolidato in antico, quando per nascondere il dislivello creato dal montaggio era stata eseguita un’approssimativa stuccatura.
5. Il pannello sulla base del pilastro sinistro era decoeso e oramai staccato e diassato sia col muro che con i paramenti, nelle stesse condizioni era la zoccolatura sul retro completamente decoesa dal supporto.
6. Si evidenziavano su tutta la superficie i segni di eccessive spazzolature e di abrasioni prodotte in precedenti interventi.

• I paramenti all’interno e cornici dell’interno della cappella

1. I paramenti di base erano staccati per la perdita di tenuta delle staffe ormai completamente ossidate: la loro precarietà statica, prospettava un prossimo distacco con un conseguente crollo che poteva pericolosamente verificarsi in qualunque momento. Le malte sottostanti, come è risultato dall’ispezione successiva allo smontaggio erano pulverulente e incapaci di qualunque tenuta sulle staffe, il peso del lastrone superiore aveva inoltre crepato e parzialmente spinta all’esterno la lastra sottostante, aggravando quindi lo stato di precarietà del sistema.
2. Le cornici in stucco dorato e l’ovale che, col fregio centrale, concludevano la volta della cappella, compartendola in riquadri, erano gravemente corrose dall’azione della umidità e dai percolamenti pluviali che ha subito l’ambiente.
3. Un pesantissimo strato di pittura e porporina le ricopriva offuscandone pesantemente la qualità, le parti basse verso l’esterno delle cornici erano mancanti perché o cadute o completamente corrose. I fondi delle specchiature che presentavano gravi mancanze, erosioni, inconchigliature e cadute di colore erano stati più volte riattintati con colori non rispettosi dell’originale. I colori dei due pennacchi a finto marmo, sul lato rivolto all’esterno della volta, apparivano completamente dilavati dal persistente stato di umidità, mentre gli altri due pennacchi di fronte, assieme alla grande fascia del sottarco del fornice erano stati pesantemente ridipinti.

• Arredi lignei di completamento

1. Sporco grasso, particellato e alcune mani di porporina, dati generosamente sugli accessori simbolici degli angeli in facciata, occultavano l'originale lamina in oro, che si evidenziava da piccole lacune sulla mitra e sulla corona.
2. Il pastorale era rotto in due parti e il ricciolo superiore privo dell'ultima voluta.
3. Alcuni degli oggetti presenti erano scadenti rifacimenti degli antichi originali.
4. La colomba in legno dorato, all’interno della cappella, era gravemente compromessa dall’azione degli xilofagi, mancavano alcuni raggi di legno dorato e uno spesso strato di porporina ne offuscava completamente la qualità.
5. Uguale sorte avevano subito i quattro rosoni di legno dorato del fascione della volta e i fregi a fianco della pala.
6. Molto malridotta per l’azione combinata dell’umidità e degli xilogagi risultava la cornice dorata che chiudeva lo specchio della finta finestra sotto la volta sul coronamento.

• Elementi in bronzo dorato

1. Il triregno del papa e la collana pettorale, erano interessati da sporco grasso e particellato di varia natura, una pesante patina di porporina nascondeva la doratura originale. Mancavano alcune finte pietre ( vedi foto)

• Balaustra

1. La balaustra di accesso aveva subito nel tempo diversi interventi di ripristino, come evidenziavano le varie tecniche di integrazione delle tarsie e i differenti incollaggi e fissaggio dei costituenti.
2. Il prezioso manufatto risultava riassemblato con varianti arbitrarie, come evidenziato da diverse malte di cemento e gesso utilizzati per gli ancoraggi strutturali.
3. L'ultimo intervento aveva trascurato il corretto posizionamento delle parti in asse.
4. Una forte risalita di umidità, ossidando le inperniature e le staffe ferrose, aveva generato delle notevoli tensioni interne, tali da fratturare e crepare sia per trazione, che per torsione i pilastrini portanti e il sovrastante parapetto. Come conseguenza si è avuta la perdita di alcune parti di tarsie e lo scoppio delle volute in bardiglio, collocate sulla parte basale dei pilastrini e un ulteriore e maggiore diassamento dei poggiamani.
5. Il gradino alla base della balaustra era caratterizzato da profonde e lunghe lesioni.
6. La balaustra presentava macchie di diversa natura (malta, cemento, gesso da presa colature di cera di candele ecc.)

• I gradini dell’altare

1. Si presentavano lesionati in modo visibile, in più parti denunciavano raffazzonati e modesti interventi.
2. La parte sinistra del secondo scalino, aveva subito la sostituzione con un altro marmo, impropriamente modanato nell’orlo.
3. I due angoli convessi dell’ultimo gradino mancavano campletamente.

• L’altare

1. Anche l’altare aveva subito un riassemblaggio approssimativo specialmente nella parte superiore.
2. Le malte di tenuta e l’armatura di pietra sottostante avevano perso consistenza e tenuta.
3. La mensa per permettere l’aggiustaggio delle parti superiori in parte sostituite con litotipi di altra natura, era stata rimontata scorrettamente fuori bolla.
4. Mancavano alcune modanature di chiusura alla parete laterale al ciborio.

• Interventi

• Paramenti marmorei

Pulitura

1. Spolveratura con l’uso combinato di pennelli morbidi e aspirapolvere, rimozione delle incrostazioni con mezzi meccanici
2. Lavaggio accurato con soluzione decerante
3. Lavaggio con una soluzione, a base di Ammonio carbonato in acqua, stesa con spazzole di saggina, spazzolini e spugne morbide.
4. Rifinatura della rimozione delle pesanti patine cerose.
5. Impacchi di rifinitura con soluzione satura di Ammonio carbonato veicolato in polpa di legno.
6. Lavaggio finale con acqua deionizzata.

Consolidamento

1. Sono state controllate tutte le staffe di tenuta dei paramenti, quelle che risultavano in uno stato di buona conservazione sono state trattate, previa spazzolatura, con due mani di prodotto fosfatante
2. I paramenti, dove occorreva, sono stati ulteriormente assicurati alla parete con iniezioni di malta. I paramenti decoesi che presentavano fessurazioni e lesioni a scaglie sono stati risanati mediante iniezioni di resina epossidica. Sono state smontate le lastre che presentavano lesioni passanti, che sono state riadese con resina epossidica.
3. Il paramento frontale, alla base del primo pilastro sulla sinistra, poiché fortemente distaccato dalla struttura portante presentava delle staffe non più idonee, è stato smontato, assicurato con staffe in acciaio inox e nuovamente adeso alla superficie originale. E’ stato necessario eseguire la stessa procedura per la zoccolatura sul retro del medesimo pilastro.
4. Il braccio sinistro dell’angelo sul pilastro sinistro, poiché tagliato in due parti malamente incollate in antico con pece greca, previo il completo somtaggio e ripulitura delle parti con successiva spazzolatura e fosfatazione dei perni antichi, è stato opportunamente riadeso con resina epossidica nella corretta posizione.
5. Sono stati trattati con antiruggine, previa spazzolatura, tutti i ferri di ancoraggio degli elementi scultorei. Quelli in basso, a vista, sono stati successivamente patinati con colori ad affresco.
6. Le staffe di rinforzo (a finto marmo) degli architravi al di sopra delle colonne dopo una leggera pulitura, sono state protette.

Stuccature

1. Sono state rimosse tutte le stuccature incongrue, decoese, o che avevano perso tenuta, con opportuni mezzi meccanici.
2. Sono state eseguite nuove stuccature.

Protezione finale e lucidatura

1. Tutti i paramenti marmorei sono stati protetti.
2. Ove necessario per dare maggiore tonalità a colonne e paramenti, la protezione è stata integrata con una mano di cera professionale e le parti in vista, come il fronte colonne, sono stati lucidati.

• Capitelli in stucco dorato

Pulitura

1. Eliminazione della pesante patina di porporina con impacco chimico.
2. Rifinitura mirata con pennello morbido imbevuto nella stessa soluzione e successivi tamponcini di cotone idrofilo, imbevuto di acqua ragia per eliminare i residui di sporco.
3. Eliminazione meccanica dei residui più resistenti con bastoncini di bambù opportunamente sagomanti perché non scalfissero in alcun modo la superficie.

Consolidamento delle scaglie dorate e sollevate

1. Il consolidamento è stato eseguito con microiniezioni di Primal Ac 33 in soluzione variabile tra il 20 e il 30%.
2. Le scalglie così ammorbidite dal collante, sono state poi riadese alla superficie originale, previa protezione con pellicola trasparente.

Stuccature

1. Sono state eseguite con Calcio carbonato, calce idraulica e Primal Ac 33 e Impermeabilizzate, ove necessario, con Paraloid al 3%

Integrazione cromatica

1. Le maggiori lacune sono state integrate con foglia d’oro fino adesa a bolo e successivanemte patinata per accordare cromaticamente il rifacimento.
2. Per assicurare una giusta resa estetica, le lacune minori sono state intonate con colori per affresco.

Protezione finale

• Arredo ligneo degli angeli

Il corredo consiste di una mitra, di un pastorale e di una corona in legno dorato, ai quali sono stati garantiti i medesimi interventi descritti per i capitelli. Gli attributi lignei, incongrui e fissati con ferro filato in quanto non avevano sedi di inserzione, apparivano di fattura molto modesta ed erano senz’altro databili ad un’epoca di molto successiva la creazione della cappella, su disposto della D.L., non sono stati rimontati.

• Collare di papa Orsini in bronzo dorato e pietre – Decorazioni in bronzo dorato e pietre della tiara marmorea

1. Solo il collare, la croce e le fasce di coronamento del triregno sono state smontate dalla sede originale, prima di eseguire il restauro.
2. Tutte le pietre (madreperla e vetri colorati) sono stati trattati con ripetuti lavaggi eseguiti con pennelli morbidi e acqua deionizzata, successivamente sono stati isolati e protetti temporaneamente con pellicola trasparente e nastro adesivo, in modo da potere eseguire una corretta pulitura chimica, in tutta sicurezza, delle parti metalliche.

Pulitura delle lamine metalliche

1. Eliminazione della pesante patina di porporina con impacchi chimici appropriati
2. Rifinitura mirata con pennello morbido imbevuto nella stessa soluzione, successivo uso di tamponcini di cotone idrofilo, imbevuto di acqua ragia per eliminare i residui di sporco.
3. Eliminazione meccanica dei residui più resistenti con bastoncini di bambù opportunamente sagomanti perché non scalfissero in alcun modo la superficie

Protezione

• Balaustra

1. Catalogazione e smontaggio completo del manufatto (parapetto, pilastrini e poggiamano)
2. Sostituzione dei ferri di tenuta statica dei pilastrini, poiché ossidati e non più idonei, con barre in vetroresina di diametro di 15 mm.
3. Sostituzione delle staffe di tenuta delle sezioni della balaustra con altre di acciaio inossidabile di opportuna sezione e sagomate a mano.

Pulitura

La pulitura è stata eseguita secondo il medesimo schema descritto per i paramenti

Consolidamento

I pilastrini fratturati e le parti staccate sono state risanate con l'inserimento di barre in vetroresina di opportuno diametro e resina epossidica.

Integrazione plastica

E' stata eseguita la forma in gomma siliconica dell'unica voluta integra presente sulla parte anteriore della base del terzultimo pilastrino da destra. Dalla forma sono state ricavate più copie, in resina epossidica, carbonato di calcio e colori per affresco. Una copia intera è stata collocata alla base del primo pilastrino da destra. Opportune sezioni delle altre sono state utilizzate per integrare le parti mancanti alle altre volute lacunose. Gli incollaggi sono stati eseguiti anche in questo caso con resina epossidica

Incollaggio e integrazione delle tarsie

1. Le lacune più vistose presenti sui pilastrini e sul parapetto sono state integrate con resina poliestere per marmo e/o resina epossidica additivate con carbonato di calcio e colori per affresco, in modo da garantirene la corretta resa estetica.
2. Le lacune di minore entità e le piccole fessurazioni sono state sanate con stuccature a base di Carbonato di calcio, calce idralulica, Primal Ac 33 e colori per affresco.
3. Gli incollaggi delle tarsie fratturate sono stati eseguiti con resina epossidica

Rimontaggio della balaustra

1. I pilastrini sono stati assicurati alla base con barre in vetroresina, come sopra descritto.
2. I pannelli sono stati collegati tra loro con staffature in acciaio inox, a sostituzione di quelle ormai ossidate in ferro. Si è prestata grande attenzione a che tutte le parti fossero collocate correttamente e in asse, in modo da scongiurare la presenza di quelle tensioni e torsioni, causa comprimaria delle lesioni, che gli elementi presentavano prima del nostro intervento.
3. Le parti sono state assicurate con una malta a base di Carbonato di calcio, calce idraulica e Primal Ac 33.
4. Le stuccature di congiunzione sono state successivamente rifinite e patinate con colori ad affresco, se necessario.

Restauro della volta

1. Gli strati di ridipintura presenti nelle specchiature e sui pennacchi sono stati rimossi con impacchi mirati di Ammonio carbonato in soluzione satura e mezzi meccanici, ciò ha messo in luce i resti dell’antico decoro dei finti marmi dei pennacchi e del sottarco e le rimanenti tracce del fondo azzurro originale delle specchiature.
2. Le specchiature sono state integrate con un colore in medium acrilico identico all’originale.
3. Con apposite modine sono stati rifatte le parti di stucco delle cornici che erano già state pulite con l’applicazione di decapant neutro, strumenti meccanici e rifinite con tamponcini di ammoniaca commerciale e acetone in parti eguali. Gli stucchi aggettanti, dopo la pulitura, sono stati fissati alla parete mediante l’inserzione in fori calibrati di barrette di vetroresina di opportuno diamentro fissate con resina epossidica.
4. Le cornici sono state impermeabilizzate.
5. Le grosse lacune sono state integrate a foglia di oro fino.
6. Le lacune minori sono state integrate a astrazione con acquerelli Windsor & Newton.
7. I rilievi a stucco sono stati protetti.

Lucidatura dei paramenti

Ove necessario per dare maggiore tonalità in risalto a colonne e paramenti la protezione finale effettuata con Wacker 290 è stata integrata con una mano di cera professionale e le parti maggiormente in vista, come il piano della balaustra e il fronte colonne, sono state ulteriormente lucidati.

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