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• Stato di conservazione
La statua della Madonna delle Grazie si presentava completamente ridipinta in un’epoca che non va oltre il XVIII sec . Alcune parti avevano subito leggere modifiche e tutta la statua era stata ingessata e stuccata prima della ridipintura. Ciò malgrado, per la qualità del modellato e per la potenza plastica, si intuivano i tratti più antichi e la fattura straordinaria. I primi saggi di pulitura hanno subito dato ragione all’ipotesi, scoprendo straordinarie lacche colorate e dorature punzonate. La statua, a seguito del nostro restauro, è stata attribuita da Francesco Abbate a Bartolomé Ordóñez(La scultura napoletana del Cinquecento, Roma Donzelli, 1992)
• Intervento
Gli esami eseguiti dal nostro chimico di fiducia (Prof. Ciro Piccioli della Soprintendenza Archelogica di Napoli) ci confermavano la natura resino-oleosa dello strato superficiale della cromia sulla sottostante imprimituta a colla e gesso. Di conseguenza abbiamo eseguito la pulitura delle vernici sovrapposte con applicazioni di Decapant neutro e rifinitura a bisturi. Lo strato di imprimitura è stato rimosso con tamponi di acqua tiepida alcalinizzata con ammoniaca. La scultura ha subito un processo di disinfestazione con due cicli di Xilamon a pennello sotto tenda ermetica. La pulitura è stata rifinita con appositi tamponcini di acqua distillata e un’attenta opera di rifinitura a bisturi.
Alcune parti risultavano alterate da colpi di scalpello e si evidenziava una vasta lacuna trasversale sul petto, che forse giustifica la ridipintura totale. Erano presenti delle lacune, che mettevano in evidenza la sottostante incamottatura, operata con una fine tela di lino. La lesione è stata tassellata con cunei di legno antico della stessa essenza. Le stuccature delle lacune sono state effettuate con gesso e colla lapin. L’inevitabile ripresa cromatica è stata effettuata con colori ad acquerello Windsor e Newton. Le superfici hanno subito una protezione finale con due mani di vernice matta Watteau.
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