 |
 |

L’antica struttura della chiesa trecentesca di San Francesco in Sant’Agata dei Goti nel corso del XVIII secolo subì un importante intervento di “restyling” architettonico che, trasformandone il tessuto trecentesco in un edificio barocco, contemplò anche la decorazione della fascia alta dei due lati della navata con storie dell’ Antico Testamento sul lato destro ad opera di Vaccaro.
STATO DI CONSERVAZIONE
A seguito dell’evento sismico degli anni ’80 nelle murature esposte a Nord cioè quelle del lato destro della navata attualmente limitrofa agli uffici municipali, si erano prodotte una serie di lesioni. Un intervento azzardato e non pertinente la natura degli affreschi era stato condotto dai tecnici comunali, che avevano rinforzate con iniezioni di cemento le murature senza nessuna precauzione di protezione dei dipinti, inoltre sul muro esterno era stata adesa, con malta cementizia, una rete elettrosaldata.
DESCRIZIONE
La navata destra insiste sul lato nord pertanto rappresenta la superficie più fredda dell’edificio, fatto che di se, vista la mancata areazione dovuta alla chiusura dell’edificio al culto ed al pubblico, favoriva i fenomeni di condensa . Vistose striature di cemento erano ben presenti sui dipinti, l’acqua pluviale che si era fatta strada nelle murature passando nelle recenti cementature aveva lasciato sugli intonaci interni e quindi sugli affreschi, vistose tracce di Sali . (analizzati prima dell’intervento dal prof. Piccioli chimico della Soprintendenza archeologica di Napoli).
Le acque di permeazione fortemente acide avevano prodotto danni sugli strati superficiali sui quali allignavano alghe e muffe, dilavandone il colore. Le solfatazioni avevano creato sul 15% circa delle superfici, crateri e cadute di colore. Erano presenti estese decoesioni dai supporti con sacche e fratture.
INDAGINI
indagini chimiche e fisiche eseguite su alcune zone definite.
1. Esame dei Sali presenti, dei cementi sovrapposti e delle malte (Prof. Piccioli)
2. Esame delle patine biologiche (Prof. Lenacota)
I risultati delle prime indagini chimiche, alla base del nostro successivo intervento, sono accluse nel relativo fascicolo consegnato alla Soprintendenza.
INTERVENTI
1. Sono state ingarzate tutte le superfici con sacche da decoesione e quelle che presentavano fratture e distacchi in pericolo di caduta. croste di cemento presenti sulle superfici affrescate, ammorbidite con micro impacchi ben delimitati di AB57, sono state rimosse meccanicamente con apparecchio a ultrasuoni e rifinite a bisturi.
2. La rimozione dei biodeteriogeni è stata eseguita con impacchi di Benzalconio cloruro in opportuna diluizione.
3. I Sali sono stati rimossi con tamponi di acqua distillata, con impacchi di AB57, con resine a scambio ionico.
4. Il consolidamento degli strati di intonaco era stato effettuato con iniezioni di una maltina formulata con calce idraulica, pozzolana e Primal AC 33
5. La pulitura degli affreschi è stata eseguita con:
a) Impacchi di Ammonio carbonato in soluzione satura veicolato con polpa di legno
b) Impacchi di Ammonio bicarbonato su parti dipinte con derivati del rame.
c) le superfici hanno subito un ulteriore lavaggio con distillata.
6. Le parti pulverulente sono state consolidate con applicazioni di acqua di Calce a spuzzo e a pennello.
7. Le lacune sono state stuccate con una malta a base di calce Lafarge, sabbia di fiume e Primal AC 33 .
8. Il ripristino cromatico è stato eseguito con colori Lefranc a tempera.
|