Restauri privati

Lavori privati, anche di singoli manufatti (dipinti, sculture, pastori, ceramiche, disegni su carta, fotografie d'epoca, stoffe, mobili anche dipinti, modernariato in genere)

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Restauro della chiesa di San Gregorio Armeno - "Madonna della Liberazione", tecnica mista su tavola, X-XVI secolo - Napoli


La tavola, nella sua veste attuale, fa parte di un’edicola lignea acroccata nei primi anni del Settecento come testimonia la piccola tela della cimasa.
L’edicola che supporta la tavola ha subito rimaneggiamenti fino al secolo scorso, quando probabilmente fu applicato sul davanti il paliotto e fu modificato il senso di apertura del cassetto, che da centrale diventò laterale. Successivamente, il cassetto è stato completamente occultato, insieme alle ante degli sportelli, che sono state inchiodate e coperte (i timbri delle affrancature sulle lettere trovate confermano che la chiusura su descritta è stata realizzata intorno al 1940).
L’edicola è sistemata nel “Cappellone”, un grande ambiente rettangolare orientato da sud a nord, cui si accede dal chiostro e angolarmente da un terrazzino laterale.
Il tabernacolo è appoggiato alla parete est, corrispondente alla parete a sinistra dell’ingresso dal grande chiostro, certamente non è stata mai smontata o spostata dal luogo di destinazione come provano le chiavarde di fermo al muro a sostegno della bella cornice tardo cinquecentesca, passanti e solidali con l’architrave del tabernacolo, e che per tanto hanno preteso un complesso intervento di smontaggio.
La parete cui poggia, all’esame è asciutta, l’ambiente a vista presenta discrete condizioni climatiche.

• Stato di conservazione

La tavola all’esame presenta la parte centrale con visibili problemi di inconchigliamento del materiale cromatico.
Una fitta rete di chiodi e ganci a sostegno di placchette devozionali fuoriescono dalla superficie del dipinto.
I margini della tavola appaiono in buone condizioni di conservazione.
La figura centrale risulta rintagliata dalla sua tavola originale e adesa alle nuove tavole in un incastro a tarsia, creato scavando nella parte centrale della loro superficie. Chiodi passanti lungo i margini del rintaglio assicurano la sagoma al supporto.
L’esame diretto, confortato successivamente dalle fotografie I.R e U.V., permette di rilevare che tutta la parte interessante la veste ed il manto della Madonna, compresa parte delle braccia e delle mani sono ricoperte da una pesante ridipintura.
Il volto della Madonna contrariamente al resto della figura non presenta cretti vistosi o inconchigliamenti, il che è probabilmente determinato da una sottostante incamottatura
All’infrarosso il volto della Madonna fa pensare ad un modello alto Medievale.
Alla luce radente si intravede parte delle punzonature e del ductus originali della veste e del manto, meglio rilevabili alle foto I.R. e U.V.
Il verso della tavola appare ricavato da due tavole radiali in buone condizioni di conservazione.
Le due tavole del supporto si sono aperte omogeneamente lungo la linea di giunzione e i lembi presentano un’apertura ad andamento regolare di circa tre millimetri.
Sono apparentemente tenute insieme da tre farfalle di castagno, in ogni modo insufficienti per dimensione.
La separazione tra le due tavole non ha agito né sulle farfalle, né sui margini legnosi dell’incastro che non hanno avuto movimenti o cedimenti di sorta.
Sono rilevabili all’esame visivo una serie di punte di chiodi ribattuti sul legno.
Al prelievo dei campioni di fibra legnosa le piccole scarniture operate hanno messo in evidenza gallerie di piccolo dimetro operate da Xilofagi.
Le due tavole risultano leggermente imbarcate, nel verso dell’altezza.

• Tavola incastrata.

La tavola mostra in modo visibile il rintaglio della parte incastrata per decoesione degli stucchi frapposti.
Sul margine inferiore si vede che la tavola antica non è più complanare con le tavole del supporto in quanto è svirgolata e da un lato si è creato un vuoto di sezione triangolare esplorabile.
Con una sonda a lama abbiamo, infatti, incontrato senza ostacolo il corpo del primo chiodo infisso tra le tavole.
Una vasta depressione al centro della veste è visibile alla luce radente, in questa zona la superficie cromatica è cedevole al tatto.
All’esame del “Metal detector” abbiamo rilevato che lungo la sagoma sono stati infissi dei chiodi, che hanno bloccato il rintaglio centrale alle due tavole sottostanti, a loro volta tenute dalla superiore, creando così un sistema instabile e disomogeneo. Di conseguenza le tavole inferiori, benché si siano aperte, non hanno potuto staccarsi.
Le tavole del supporto e la sagoma centrale sono costituite da legno di essenza, di epoca, di spessore e di consistenza diversi. I due sistemi non sono omogenei e soprattutto non sono stabili, costretti dai chiodi che, come detto, bloccano le tre tavole. I loro movimenti non coassiali e comunque asincroni creano accumuli di forze, che si scaricano dove e come possono; certamente nei punti più deboli del sistema.

• Interventi

1. Le tre tavole sono state separate durante la prima fase dell’intervento per potere risanare e consolidare quella più antica, che presenta problemi di degrado.
2. All’uopo è stata usata una fresa a tazza per creare delle sezioni cilindriche sul supporto, che hanno inglobato le parti dei chiodi in modo da liberare completamente la tavola antica, che è stata temporaneamente rimossa e risanata.
3. La tavola antica, su un allettamento siliconico, è stata poi fissata attraverso gli stessi fori cilindrici con perni a molle. Ad un allettamento su silicone, fu sottoposta la tavola di Nicolaus Manuel Deutsch rapresentante il “Sogno di Innocenzo III” del Kunst Museum di Berna, da parte di Erasmus Weddingen, con un risultato ancor valido dopo circa vent’anni.
4. Stabilito il nuovo e preciso assetto tra le tavole, le due di supporto sono state fissate con listelli cuneali e sono state liberate dalle farfalle, sostituite con listelli a Z nello stesso verso della fibra del supporto.
5. L’intervento si è concluso con consolidamenti, puliture, ripristino cromatico, e protezione finale.

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